Lo Yemen dichiara guerra a Israele
In una significativa escalation del conflitto in corso a Gaza, il movimento Ansarullah dello Yemen ha dichiarato guerra al regime sionista israeliano.
Il generale di brigata Yahya Saree, portavoce delle forze armate yemenita, martedì ha annunciato dalla capitale, Sana'a, la promessa di un forte sostegno al popolo palestinese nei territori occupati.
Il generale Saree ha dichiarato che lo Yemen ha lanciato un numero considerevole di missili balistici insieme a numerosi droni, prendendo di mira varie località nei territori palestinesi occupati. Ha sottolineato che questa operazione è stata la terza di una serie di azioni per sostenere i loro fratelli palestinesi.
Con questa dichiarazione di guerra, lo Yemen è entrato ufficialmente nel conflitto israelo-palestinese, aumentando la posta in gioco in una regione già precaria.
In un severo avvertimento, il generale Saree ha dichiarato: «Continueremo a effettuare attacchi di qualità superiore utilizzando missili e droni fino a quando l'aggressione di Israele non si fermerà».
Per meglio comprendere l’importanza di questa notizia, è necessario conoscere il conflitto yemenita.
Lo Yemen è il Paese più povero del mondo e non solo del Medio Oriente ed è devastato da una terribile guerra civile scatenata dal movimento sciita Houthis, legato all’Iran.
Dall’altra parte, Arabia Saudita e, più o meno pubblicamente, Stati Uniti bombardano lo Yemen dal 2015 per evitare che si installi un governo filoiraniano.
L’Iran è il Paese leader del mondo sciita mentre l’Arabia Saudita lo è di quello sunnita.
Nello scenario del Medio Oriente, si battono per la supremazia in una guerra che va oltre i confini dei due Paesi.
Entrambi finanziano moschee e università o armano formazioni militari: l’Iran, ad esempio, lo fa per Hezbollah in Libano e per gli Houthi in Yemen.
Una profonda rivalità che trasuda di interessi economici come il controllo dello Stretto di Hormuz in cui ogni giorno passano 21 milioni di barili di petrolio, oltre il 20% dell’intero consumo mondiale.
Una rivalità accentuata con gli accordi di Abramo e la normalizzazione dei rapporti tra Israele ed Arabia Saudita.
Questa breve spiegazione fornisce, in parte, la risposta alla domanda: perché il blocco sciita (Iran, Libano, parte dello Yemen, ecc) è schierato in favore della Palestina?
«Il nemico del tuo amico, è mio amico».
Ciò è evidentemente scevro da connotazione meramente religiose ed è in questo che sta sbagliando l’opinione pubblica occidentale: trasformare un conflitto politico in una guerra tra religioni e culture è semplicemente assurdo e folle.
(Fonte immagine e notizia: samaa.tv)