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Turchia: Attentato ad Ankara

Un attacco suicida è avvenuto nelle vicinanze del ministero dell’Interno ad Ankara, la capitale turca.

Verso le 09:30 un uomo si è fatto esplodere davanti al cancello d'ingresso della Direzione Generale della Sicurezza del Ministero degli Affari Interni. Un altro uomo è stato neutralizzato dalle forze dell'ordine.

Il ministro dell'Interno turco, Ali Yerlikaya, ha riferito che durante l’attacco, due agenti di polizia sono rimasti feriti.

Le fonti di sicurezza interpellate dal sito web “Middle East Eye” forniscono ulteriori dettagli sull’attacco. Secondo loro, uno dei due terroristi era armato di lanciarazzi.

Un alto funzionario turco ha detto a Reuters che gli aggressori hanno dirottato un veicolo e ucciso il suo autista a Kayseri, una città a 260 km (161 miglia) a sud-est di Ankara, prima di effettuare l'attacco.

L'attacco è avvenuto poco tempo prima dell'orario fissato per la riapertura del Parlamento all’inizio del secondo anno legislativo del 28esimo mandato della Grande Assemblea Nazionale.


Nell'ottobre 2015, un attacco dell'ISIS davanti a una stazione centrale di Ankara ha ucciso 109 persone e ne ha ferite 245.

La mattina di sabato 10 ottobre, alle 10:04, due terroristi, vicini all'ISIS, si sono fatti esplodere nella piazza centrale di Ankara in quello che è ricordato come l’attentato più cruento della storia della Turchia.


Al momento non ci sono rivendicazioni ma l’uso del lanciarazzi e le similitudini con l’attentato dell’ottobre 2015, lasciano supporre che ci sia la regia dell’ISIS.


(Fonte immagine: trthaber)



Cesena, si addestrava per il jihad: fermato 24enne

A Cesena un 24enne italiano, di origine tunisina, è stato fermato dalla polizia con l'accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale.

Il giovane si era radicalizzato per andare a combattere per il jihad in Siria e in Iraq.

L'indagine ha accertato come il giovane avesse intrapreso un percorso che lo ha portato ad aderire all'estremismo islamico, mantenendo contatti virtuali con esperti religiosi dell'Isis e fruendo ossessivamente di contenuti con scene di jihad.

Il 24enne aveva preso contatti con una persona che avrebbe agevolato il viaggio e il reclutamento nel circuito jihadista e intensificato il suo addestramento fisico. Faceva l'elettricista per guadagnare i soldi necessari per partire in Medio Oriente.

(Fonte notizia: Tgcom24)


Questa notizia pone in risalto, tra l’altro, la facilità di accesso ad informazioni specifiche che agevolano il processo di auto-radicalizzazione sul web.

Un indottrinamento fondamentale per fare breccia nei cuori e nelle menti degli aspiranti jihadisti.


(Fonte immagine: amp.today e AlJazeera)

Attentati di Bruxelles del 2016: condannati i terroristi

La Corte d'assise speciale di Bruxelles ha reso note le condanne definitive nei confronti dei terroristi autori degli attentati del 22 marzo 2016.

I giudici hanno condannato rispettivamente a 20 e 30 anni di reclusione Salah Abdeslam e Mohamed Abrini. Per gli altri 6 imputati le pene sono: ergastolo per Oussama Atar (deceduto), Osama Krayem e Bilal El Makhoukhi; 20 anni per Sofien Ayari e Ali El Haddad Asufi; 10 anni per Hervé Bayingana-Muhirwa.

Motivando la condanna nei confronti di Salah Abdeslam, già condannato all’ergastolo per gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, il collegio ha dichiarato: «Abdeslam pone i precetti dell'Isis al di sopra di quelli della nostra giustizia».

Mohamed Abrini, “l'uomo con il cappello” che accompagnò i jihadisti negli attentati suicidi all'aeroporto di Bruxelles, è stato condannato a 30 anni. La procura federale aveva inoltre chiesto la decadenza della nazionalità belga di quattro dei condannati (Mohamed Abrini, Bilal El Makhoukhi, Ali El Haddad Asufi e Hervé Bayingana) ma la corte e la giuria non hanno accolto questa richiesta.

Gli attentati di Bruxelles del 22 marzo del 2016 costarono la vita a 35 persone, 16 all'aeroporto di Zaventem e 16 alla stazione della metropolitana di Maelbeek/Maalbeek. 340 le persone ferite.

I tre attacchi vennero rivendicati dopo poche ore dallo Stato islamico tramite l'agenzia di stampa Amaq.


(Fonte immagine: aljazeera)

Mali: Timbuktu sotto assedio

Timbuktu sotto assedio: i combattenti jihadisti bloccano le strade e tagliano le forniture.

Lunedì i jihadisti hanno bloccato tutte le vie di accesso, sigillando di fatto tutte le strade dentro e fuori dalla città maliana situata ai margini del deserto del Sahara.

All'inizio di questo mese, con dei messaggi sui social media attribuiti a un comandante di Jamaʿat Nuṣrat al-Islām wa-l muslimīn (JNIM), un'organizzazione militare e terrorista di ideologia salafita jihadista che ha legami con Al Qaeda, è stata “dichiarata guerra” alla regione di Timbuktu.

Timbuktu, una delle grandi meraviglie del mondo.

Una città che vanta un passato di gloria e ricchezza che ancora vive nel lascito culturale che si respira.

Il grande tesoro della città è costituito dalle decine di migliaia di manoscritti risalenti al periodo tra il dodicesimo e il sedicesimo secolo, che si sono salvati quasi interamente dalla furia jihadista del 2012-2013, grazie al coraggio del bibliotecario Adbel Kader Haiara. Nonostante gli sforzi di Haiara, nel gennaio 2013 i miliziani di Al Qaeda diedero fuoco all’Istituto Ahmed Baba di Timbuktu che conservava quasi 100mila manoscritti. Dopo le biblioteche, i jihadisti passarono ai monumenti.

Ahmad al Mahdi, membro di JNIM e capo della polizia morale, diede il via alla distruzione di dieci mausolei, tra cui quelli di Sidi Mahamoud Ben Omar Mohamed Aquit, Sheik Mohamed Mahmoud Al Arawani, Sheik Sidi Mokhtar Ben Sidi Muhammad Ben Sheik Alkabir e la porta della moschea Sidi Yahia.

Oggi più che mai è reale l’espansione dei gruppi jihadisti in Africa che stanno, sempre più rapidamente, consolidando il Califfato del Sahel nell’immobilismo internazionale pervaso da una perdurante cecità geopolitica.


(Fonte immagine: Google maps)

ISIS: annunciato il nuovo Califfo

Lo Stato Islamico ha nominato Abu Hafs al-Hashimi al-Qurashi come nuovo Califfo.

Lo scorso aprile, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva annunciato che le forze di intelligence turche avevano ucciso il precedente leader Abu al-Hussein al-Husseini al-Qurashi, 4° califfo dello stato islamico in carica dal 30 novembre 2022.

Oggi lo Stato Islamico ha confermato che il suo precedente leader è stato ucciso in "scontri diretti" con il gruppo Hayat Tahrir al-Sham nella provincia di Idlib nella Siria nord-occidentale sostenuta dai ribelli.

L'annuncio è stato fatto da un portavoce dell'ISIS in un messaggio registrato sui suoi canali Telegram, senza specificare quando è stato ucciso.

Abu Hafs al-Hashimi al-Qurashi è il 5° Califfo da Abu Bakr al-Baghdadi.

Il nome assunto dal nuovo Califfo fa riferimento a Umar (Omar I) ibn al-Khattab al-Faruk, conosciuto anche come Abu Hafs, secondo “Califfo giusto” nonché uno dei consiglieri di Maometto (SWT) e padre della sua sposa Khavsa.


(Fonte immagine: tfnews)