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Angelo Galantino

Attentato a Monaco: il Car Jihad e l’Europa sotto attacco

2025-02-14 09:00

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Geopolitica, Isis, Attentato, Terrorismo, Germania, Monaco, Car jihad,

Attentato a Monaco: il Car Jihad e l’Europa sotto attacco

Un'autovettura ha travolto un gruppo di persone nella città di Monaco, in Germania, lo scorso 13 febbraio.


Secondo quanto riportato dalle autorità di polizia, trenta individui sono rimasti feriti, dei quali due in condizioni gravi, tra cui un bambino. La polizia ha arrestato un richiedente asilo afghano di 24 anni che era al volante del veicolo, una Mini Cooper. Secondo le dichiarazioni del presidente della Baviera, Markus Söder, si tratterebbe di un attentato. Si segnala che l'individuo afghano sarebbe sbarcato in Calabria nel 2016.


Farhad N., autore dell'attentato di Monaco, è un richiedente asilo presente in Germania dal 2016, quando era ancora minorenne. Secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Interno della Baviera, Joachim Herrmann, la sua domanda di asilo è stata respinta tra il 2017 e il 2020. Tuttavia, l'individuo ha ricevuto dal ministero per l'immigrazione la sospensione dell'espulsione che gli ha consentito di rimanere in Germania.


In base a quanto riportato dal settimanale Spiegel, l'individuo avrebbe pubblicato sui propri profili social presunti contenuti di natura islamista.


L'attentato di Monaco rappresenta l'ultimo di una serie di attacchi avvenuti in Germania ed è il secondo in meno di un mese, dopo l'accoltellamento verificatosi ad Aschaffenburg il 22 gennaio 2025.


La dinamica ripercorre, a grandi linee, la vicenda di Anis Amri che, il 19 dicembre 2016 (anno di arrivo in Germania di Farhad N.), a bordo di un autoarticolato, travolse la folla di visitatori del mercatino di Natale a Berlino.


La tecnica di questi attentati è nota come “Car Jihad” e la si deve a Muhammad Al-Adnani, siriano e stretto collaboratore di al-Baghdadi, ucciso ad Aleppo il 30 agosto 2016.


Nel settembre 2014 disse «Se non siete in grado di procurarvi un ordigno o armi, scegliete un infedele americano, francese o qualunque altro loro alleato e rompetegli la testa con una pietra, accoltellatelo o investitelo con un’automobile».


Questa modalità di azione è risultata essere la più utilizzata per la sua semplicità di attuazione e per la facilità di reperire il mezzo necessario, nonché per l’imprevedibilità e per il gran numero di vittime che si possono mietere.


Si ricordino anche le stragi di Nizza (2016), Stoccolma (2017) e Barcellona (2017).


Il “Car Jihad”, inoltre, è stato più volte oggetto di attenta e dettagliata illustrazione nelle riviste dello Stato Islamico.


Inspire, ad esempio, distribuì anche un opuscolo allegato, denominato “Just Terror”, nel quale spiegava minuziosamente i passaggi da seguire per compiere l’attentato in modo da generare il maggior numero di vittime possibili.


L’Europa è dunque nuovamente sotto attacco?


In realtà non è mai realmente cessato il pericolo jihadista in Occidente. Ora, semmai, ha trovato nuova linfa e vigore anche grazie al potere conquistato in Siria da al-Jolani.


Come già scritto in un precedente articolo (https://bit.ly/41hzZ5j), è lecito infatti ipotizzare che questa ripetuta serie di attacchi in Occidente sia direttamente connessa al riconoscimento del nuovo Stato siriano.


Per l’Occidente è la nuova Siria ma per molti è semplicemente il nuovo Califfato.


Ed è una delle ragioni di questo rinnovato entusiasmo Jihadista in Occidente: «se lo abbiamo fatto lí, dobbiamo farlo ovunque»


È una nuova “Onda emulativa” ed è solo l’inizio.




(Fonte immagine: bild)