Sono già molteplici le azioni terroristiche del nuovo anno nel mondo occidentale. Il comune denominatore è la scelta del medesimo obiettivo: i bambini. A Nieuwegein, nei Paesi Bassi, una bambina di 11 anni è stata pugnalata a morte da un 29enne siriano. Nell’immediatezza dell’evento non è stata confermata l’ipotesi terroristica. Ciò non deve stupire se si considera che anche in occasione dell’attacco di Southport, nel Regno Unito, il 29 luglio 2024, le autorità si affrettarono ad escludere l’ipotesi terroristica. In quella circostanza un 18enne di origini ruandesi, in una lezione di danza a tema Taylor Swift, accoltellò ed uccise tre bambine di 9, 7 e 6 anni e ferì altre dieci persone. Lo scorso 23 gennaio, l’autore di quella strage è stato condannato all’ergastolo per terrorismo. Nella sua abitazione venne rinvenuto un quantitativo di veleno a base di ricina e un manuale di addestramento di Al Qaeda. La vicenda di Southport aveva innescato nel Regno Unito disordini islamofobi e anti-immigrazione, alimentati dall'iniziale silenzio rinfacciato alle autorità sul sospetto di terrorismo a carico del giovane. È plausibile che tale scelta possa essere ripetuta anche per la vicenda di Nieuwegein, per il timore di proteste nei Paesi Bassi e per “minimizzare” un problema che invece sta affliggendo (e continuerà a farlo) tutta l’Europa. Come dimenticare le immagini del giugno 2023 quando ad Annecy, in Francia, un 31enne siriano armato di coltello accoltellò diversi bambini nei passeggini in un parco? Il 23 gennaio scorso ad Aschaffenburg, in Germania, un 28enne afgano armato di coltello ha ucciso due persone tra i quali un bambino di 2 anni. L’attentatore ha preso di mira un gruppo di bambini di un asilo che si trovavano nel parco della città. Associare simili eventi alla semplice follia sarebbe irresponsabile ed imprudente. Benché tali azioni possano apparire prive di logica, si deve ricordare che solitamente chi aderisce al jihad ha già cambiato la propria scala di valori e pertanto ha normalizzato ciò che agli occhi del mondo è oggettivamente disumano. La scelta dei bambini come obiettivi, non può e non deve sembrare casuale. Come già detto in precedenti articoli, questo tipo di azioni hanno una assonanza evidente. Nel 2019, a seguito dell’uccisione del leader supremo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi, è ricominciato a circolare un vecchio numero di Rumiyah in cui appaiono quelle che sembrano essere istruzioni per la rappresaglia da compiere per l’uccisione di al-Baghdadi: «Le azioni fisiche», c’è scritto, «non sono che il mezzo per raggiungere l’obiettivo spirituale e il sequestro di bambini figli di infedeli è uno di questi. Sequestrateli non per trattare un riscatto ma per ucciderli. Eseguite la vostra missione fino a quando Allah non vi chiamerà a sé. I bambini devono essere uccisi prima dell’arrivo della polizia. Non rinunciate all’operazione solo perché non avete un’arma da fuoco, poiché immensa è la ricompensa per coloro che massacrano i crociati a colpi di coltello. Basta un po’ di immaginazione e di pianificazione di base». Rumiyah, si ricorda, è una delle pubblicazioni online ufficiali dell’Isis e rientra nel contesto del Global Islamic Media Front. L’Europa, che sembra non aver tratto alcun insegnamento dalle vittime precedenti e dalla loro storia, continua imperterrita a chiudere volontariamente gli occhi al cospetto di un evidente problema che produrrà inevitabilmente altri morti. Attentati che saranno derubricati alla mera “azione di un folle”, per non sconvolgere troppo le coscienze occidentali definendo ciò che realmente è: LA MATTANZA DEI BAMBINI INFEDELI.