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Hamas: minacce all’Italia?

Molti media nazionali riportano la notizia di una minaccia di Hamas all’Italia.

È davvero così?

Nell’intervista rilasciata al programma Agorà, Basem Naim, dice chiaramente che l'Italia ha mandato delle truppe nel Mediterraneo a combattere al fianco dei sionisti.

Medico palestinese, politico e funzionario di Hamas, Naim è stato ministro della salute nel primo governo Haniyeh e, successivamente, ministro della gioventù e dello sport nel governo di unità nazionale palestinese del marzo 2007.

Le parole di Naim, in realtà, sono una mera constatazione oggettiva di ciò che è avvenuto. Cosa ben diversa dall’essere una minaccia diretta al nostro Paese.

Si ricordi che lo Statuto di Hamas propone il ritorno della Palestina alla sua condizione precoloniale e l'istituzione di uno Stato palestinese. La stessa Carta dichiara che «non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihad».

Una jihad localizzata a quei territori.

Volendo però leggere tra le righe, si potrebbe ipotizzare un avvertimento al contingente italiano in Libano che, finora, è stato una presenza “tollerata” in virtù dell’ottima considerazione che godeva il nostro Paese in quei territori.

Oggi la situazione è diversa e potrebbe (dovrebbe) richiedere scelte e considerazioni differenti, anche da un punto di vista prettamente operativo.

Magari facendo rientrare il nostro contingente.

Se un attacco alla rappresentativa militare italiana in quei territori è probabile, cosa diversa è un attacco diretto su suolo italiano.

Può quindi Hamas colpire direttamente in Italia?

Come abbiamo visto, lo Statuto stesso di Hamas non lo prevede.

Ciò però non esclude che qualche “attore solitario”, sostenitore dello Stato Islamico, accogliendo l’invito lanciato sui canali media dell’ISIS a compiere attentati in difesa dei palestinesi, possa colpire in Italia sull’onda emulativa di quanto sta avvenendo altrove e anche se in modo totalmente slegato dal conflitto israeo-palestinese.

Deve essere inoltre ricordato che Hamas ed ISIS sono quanto di più diverso e distante possa esserci sebbene, talvolta, possano avere obiettivi comuni o similari.

Un attacco in Italia da elementi singoli filo ISIS è quindi possibile, indipendentemente da ciò che ha dichiarato Hamas.

Lo Stato Islamico, da sempre, attacca chi lo fa sentire minacciato.

Quindi ora anche noi.


(Fonte immagine: minanews)

Milano: blitz antiterrorismo. Membri dell'ISIS attivi nella propaganda e nel proselitismo.

Operazione antiterrorismo a Milano dove la polizia ha arrestato due persone. Si tratta di un cittadino egiziano e di un naturalizzato italiano di origine egiziane, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.

Il blitz è stato condotto dalla Digos di Milano.

Secondo la Procura, i due arrestati sono legati allo Stato Islamico.

I due erano “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali, mettendosi a disposizione dell'organizzazione terroristica e finanziando cause di sostegno della stessa, alla quale i predetti avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”.

In un momento storico particolare, con attacchi in Francia e Belgio, l’operazione della Digos di Milano è emblematica ed esemplare per ciò che concerne il grande lavoro dell’attività di prevenzione condotta nel nostro Paese.


(Fonte immagine: ansa)

Arrestato un minore per terrorismo jihadista: progettava un attentato incendiario

Un minore ritenuto un sostenitore del terrorismo jihadista è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Bergamo con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate.

Il monitoraggio del giovane, residente nel Bergamasco, cittadino italiano di origine straniera, è iniziato dopo un processo di radicalizzazione e alla pubblicazione sui social di video di propaganda jihadista. Le indagini hanno accertato che il giovane era pronto a passare all'azione elaborando il progetto di un attentato incendiario nella zona in cui vive.

Il ragazzo è stato trovato in possesso di una gran mole di contenuti riconducibili allo Stato Islamico, tra cui video di esecuzioni e manuali sulle armi e al confezionamento di ordigni, che diffondeva anche sulla rete, esortando gli altri giovani internauti a passare all'azione.

Appare evidente un cambiamento degli obiettivi e delle metodologie di attacco che includono, tra le altre cose, incendi boschivi e la distruzione del patrimonio ambientale e culturale.


(Fonte immagine: poliziadistato)

(Fonte notizia: ansa)

«Roma e Costantinopoli cadranno»

Questo è ciò che si legge sull’immagine diffusa nei circuiti social vicini allo Stato Islamico.

La bandiera nera non sventola sul Colosseo o sulla basilica di San Pietro, come era già capitato in altre immagini diffuse in passato.

Questa volta c’è Venezia nel mirino della propaganda jihadista.

(https://corrieredelveneto.corriere.it/venezia-mestre/cronaca/18_dicembre_04/isis-bandiera-nera-venezia-73c2cc54-f735-11e8-a554-a9eb9b97f874_amp.html)


L’immagine è stata diffusa via Telegram ed è stata individuata dall’agenzia statunitense SITE.

La scritta si riferisce ad un Hadith di Maometto secondo il quale, dopo Costantinopoli, anche Roma, intesa come il simbolo della cristianità, si sottometterà all’Islam».

È evidente il grande valore simbolico che ha lo scopo di galvanizzare gli animi dei “lupi solitari”.

Una chiara ed efficace strategia di propaganda come dimostra quanto accaduto, soprattutto in Europa, sinora.